Giorgio oggi è confuso. Giorgio oggi non sa distinguere la realtà, quella tangibile, quella materiale, di oggetti visibili che si muovono, o che, fermi in pose fotografiche di dubbia regia, si immolano a statue per il bisogno umano di soddisfare l’apparire e il culto della critica a prescindere. Giorgio oggi vede il mondo muoversi a scatti. Frenetici, ritmati, fotogrammi mistici su ritmo cadenzato. Le voci delle persone, a ritroso e rallentate, raccontano con magistrale efficacia le loro vite e questa volta sembrano dire la verità.
Perde, scatto dopo scatto, l’appartenenza.
Niente padre né masdrea. E se mai avesse avuto _______ o _________ non se lo sarebbe ricordato.
Ricordare cosa, Giorgio? Giorgio non lo sa. Cosa farnetichi, allora, Giorgio? Non lo so. Mi ero perso a parlare ad alta voce a riguardo... . Sì? Giorgio non lo sa.
Giorgio oggi è confuso. Non riesce a capire dove posizionare il confine netto che separa l’irreale irrazionale dal reale.
Razionale?
Vorrebbe potersi muovere, Giorgio, in modo libero, poter scegliere che fare della propria vita e pensare autonomamente ai problematici quesiti della sua personale esistenza.
Giorgio è intrappolato nella risposta del principe dei quesiti.
Giorgio è trama, è sceneggiatura, è personaggio e in virtù di questo, libero di essere qualsiasi cosa la mente del proprio autore genera. Libertà vincolata a leggi immutabili.
Giorgio è qui, in piedi, davanti all’uomo e percorre posa dopo posa il sentiero della sua vita senza poter porre molliche di pane per ritrovare i propri passi e magari correggerli. É un sentiero di inchiostro, sogni, idee e pensieri non suoi.
Giorgio oggi è confuso. Dimentico. Lo so. Lo so, ma non ricordo. Dimentico.
Crede che il cuore sia recidivo e che il reato sia la colpa. Giorgio ha il cuore e la mente divisi, separati di netto, collocati, addirittura, in due parti distinte del proprio corpo. In antri bui dove la sola luce che ivi risiede è quella del proiettore che in un loop prestabilito mostra ciò che l’autore, ancora una volta, imprime nel cuore e nella mente.
Giorgio non lo sa, non sa che queste immagini sono diverse. Lo sente, lo percepisce. Giorgio fa suo questo senso di confusione. Giorgio è quella confusione. La confusione genera la domanda che necessita di una risposta, per raggiungere la quale si attua un’indagine.
Giorgio vuole indagare sulla confusione. Giorgio è deciso e farà di tutto per venire a capo... .
Titoli di coda? La penna non si muove. Giorgio è lanciato, colmo di speranza, bramoso di risposte, voglioso di agire e, fermo, immobile, statuario e innocente a soddisfare il bisogno umano di apparire e il culto della critica a prescindere.
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