Personalmente non mi fiderei di un uomo col cappello che si aggira barcollando tra le vie della propria città

mercoledì, ottobre 27, 2010

lunedì, ottobre 18, 2010

Capitolo 4. Il concreto mondo irreale

Io sono Giorgio.
Giorgio oggi è confuso. Giorgio oggi non sa distinguere la realtà, quella tangibile, quella materiale, di oggetti visibili che si muovono, o che, fermi in pose fotografiche di dubbia regia, si immolano a statue per il bisogno umano di soddisfare l’apparire e il culto della critica a prescindere. Giorgio oggi vede il mondo muoversi a scatti. Frenetici, ritmati, fotogrammi mistici su ritmo cadenzato. Le voci delle persone, a ritroso e rallentate, raccontano con magistrale efficacia le loro vite e questa volta sembrano dire la verità.
Perde, scatto dopo scatto, l’appartenenza.
Niente padre né masdrea. E se mai avesse avuto _______ o _________ non se lo sarebbe ricordato.
Ricordare cosa, Giorgio? Giorgio non lo sa. Cosa farnetichi, allora, Giorgio? Non lo so. Mi ero perso a parlare ad alta voce a riguardo... . Sì? Giorgio non lo sa.
Giorgio oggi è confuso. Non riesce a capire dove posizionare il confine netto che separa l’irreale irrazionale dal reale.