Personalmente non mi fiderei di un uomo col cappello che si aggira barcollando tra le vie della propria città

martedì, gennaio 15, 2013

Improvvisazione I


E perchè No?


Fu così che nel lontano '89 mi misero al mondo.
Da piccolo batuffolo di ostrica con la faccia da scimmia quale ero, venivo considerato un vero “playmachoboy” tale da far cadere ai miei piedi tutte le cozze di questo pianeta.
- E’ triste ammetterlo, ma la verità non la si deve negare a nessuno.-
Nel giorno del mio diciottesimo anno di vita nonna Cicogna e zia Briseide si incamminarono sulle acque del Gange alla ricerca del regalo perfetto. Annegarono inesorabilmente l’istante stesso in cui si accorsero di non poter rimanere sul pelo dell’acqua.
"Dilettanti!" sbuffò un signore magro, dai lunghi capelli e vestito con una semplice toga.
Per il funerale che si svolse qualche giorno più tardi la mia sontuosa festa di compleanno fu organizzata una grande - ma non così grande - festa. 
Tutti i piccioni vennero da ogni angolo di piazza S. Marco e ballarono sui cornicioni cinguettando e tubando a più non posso.
Salutammo così le nostre care parenti. 
Ormai adulto -col favore dei miei vent’anni- decisi di prendere le redini della mia vita e mi imbarcai su di una nave cargo diretta allo stretto di panama con solo uno zaino e qualche calzetto sporco.
A metà tragitto una tempesta ci colpì e perdemmo la rotta. Fummo vittime di un gigantesco maelstrom, cessato il quale, due giorni più tardi, senza viveri e senza cappelli tentammo di ripartire verso la nostra agognata meta.
Il vento calò e i pesci divennero mostri che circondarono la nave per sette giorni e sette notti durante i quali rimanemmo con le gole arse a guardare il sorgere del dio sole e della dea Luna.
L'ottavo giorno il cielo si oscurò e una fitta nebbia circondò il cargo. 
Lenta apparve una nave fantasma, con le vele stracce e nessun equipaggio. 
Seduti intorno a un tavolino in prua al veliero sedevano uno scoiattolo e un plumcake intenti a giocare a “dire fare baciare lettera e testamento”.
Eccomi qui, unico superstite, costretto a raccontare a voi la mia disavventura; dispiacetevene con me.

“Presto infermiera! Due cc di morfina".

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